Denis Casella. Anno 1992, sorriso semplice e
sincero come il suo grande talento. Un incontro molto piacevole, soprattutto
pensando che, nonostante la sua giovane età, abbia già capito quanto sia
fortunato ad aver fatto della sua passione il suo lavoro. E che lavoro
ragazzi!
Mentre parliamo si sente che il suo motore è ed
è stata la curiosità, senza timori, solo con la voglia di fare. È un
bell'esempio di strade che si aprono quando non si ha paura di camminare. Ecco
cosa mi ha detto...
Raccontaci un po' com'è nata la tua passione
del il tattoo:
Tutto è iniziato grazie ad una mia compagna di
classe all'ultimo anno delle superiori, che aveva cambiato indirizzo di studi:
facevamo ragioneria ma lei arrivava dal liceo artistico. Grazie a lei mi sono
appassionato al disegno; mi ha insegnato tutto quel che poteva ed io non ne ho
potuto più fare a meno. Qualche tempo dopo, con altri cari amici, sono andato
ad una edizione della tattoo convention e loro che erano molto colpiti dai miei
disegni (ormai era una passione inoltrata), mi hanno spinto a comprare delle
macchinette per tatuaggi. Non ho fatto in tempo ad arrivare a casa che già
l'avevo provata su di me. Una nuova avventura che mi incuriosiva molto, e da li
mi sono appassionato.
Da questa nuova scoperta su te stesso come sei
arrivato a tatuare gli altri?
Per coincidenza in quel periodo ho perso il
lavoro e avendo molto tempo a disposizione mi sono buttato a capofitto prima su
di me e, pian piano, tramite passa parola e grazie alle foto postate su fb,
anche su altri, lavorando a casa.
Come hai imparato a trasferire il disegno su
pelle tecnicamente?
Osservando! Ogni volta che facevo fare un
tatuaggio su di me da altre mani esperte imparavo qualcosa in più su come fare.
Ancora adesso mi piace molto osservare i tatuatori più abili e prender spunto
per il mio lavoro, anche se devo ammettere che nell'ambiente si fa fatica a
condividere l'esperienza.
Quindi non hai seguito dei corsi?
Solo quello di igiene che è obbligatorio per
legge per poter lavorare. In realtà questo corso è più utile per capire come
proteggere me stesso ed il cliente da possibili infezioni (lavorando con il
sangue), e meno utile per la tecnica di per sé, ma mi ha permesso di trovare il
mio primo impiego in uno studio di Milano: un altro ragazzo che seguiva il
corso era rimasto colpito dai miei lavori e mi aveva coinvolto nel suo
progetto. Adesso però mi sono spostato al Oj Art studio di Paderno Dugnano in
cui ho trovato la mia realtà.
Quali sono state le difficoltà maggiori nel tuo
cammino, e quali senti ancora?
Beh, sicuramente nel primo periodo, accettare
che persone sconosciute venissero a casa mia per tatuarsi. Questo sia perché
non sempre si parla di persone “per bene”, sia perché avevo già contrasti con i
miei genitori che non consideravano la carriera di tatuatore come desiderabile
per il proprio figlio. Per fortuna adesso sono felici della mia scelta.
Una difficoltà ancora presente invece, è la
titubanza di alcuni clienti nel vedermi così giovane...vengo ripagato alla fine
quando hanno modo di ricredersi!
La competizione dell'ambiente non è una
difficoltà?
Non la vivo come tale. Io sono abbastanza
competitivo ma sono anche dell'idea che uno stesso soggetto impresso sulla
pelle da persone diverse, si diversifichi proprio per la differenza dei
tatuatori stessi. Il modo di vedere il tattoo coi miei soli occhi, è un arma
contro la competizione stessa. L'importante è mirare sempre alla qualità
massima. Così facendo scopro delle mie nuove capacità giorno per giorno.
Com'è sapere che ci sono persone con i tuoi
disegni per il mondo?
Mi piace pensare che sono pubblicità del mio
lavoro e della mia passione, ma devo ammettere che sono un po' geloso dei miei
disegni: preferisco che quelli a cui tengo particolarmente siano sulle persone
a me più care, sentendoli parte di me stesso.
Quali sono le persone che più ti hanno ispirato
nella tua professione?
Nel disegno seguo molto i lavori di Diego Koi,
disegnatore italiano iperrealistico..fa dei lavori a matita fantastici. Nel
tatuaggio in specifico sicuramente Silvano Fiato, che è secondo me il miglior
ritrattista italiano, con uno stile personale riconoscibilissimo. I suoi
contrasti hanno delle sfumature molto particolari, e il suo nero è il più nero
che abbia mai visto. Fantastico.
Prospettive future?
Sicuramente vorrei diventare un tatuatore
rinomato. Mi piacerebbe più avanti avere un mio studio, ma per ora ho voglia di
perfezionarmi, specialmente nell'Hyperrealism che è la tecnica che più mi
interessa e che sento più mia. Mi interesserebbe seguire dei corsi di
specializzazione, anche all'estero. Non mi dispiace anche insegnare quello che
già so, ma solo a chi mi dimostra la mia stessa passione: spesso si incontrano
persone che vogliono intraprendere la mia stessa strada solo per un tornaconto
economico.
Cosa consigli a chi vuole fare il tatuatore?
Nel campo realistico il miglior consiglio lo do
citando una frase che avevo letto e che è diventata anche il mio motto: “Il
dettaglio è la chiave del successo”. Quando disegno mi rimbomba nelle orecchie.
In generale invece dico che la strada del tattoo non è un lavoro da imparare
per soldi, ma una vera arte da coltivare; porta guadagno solo come conseguenza
della passione stessa.
E a chi cerca la sua strada in generale?
Beh, io sono stato fortunato perché non l'ho
effettivamente cercata, ma diciamo che mi è capitata. Sono convinto che è per
tutti così: abbiamo l'opportunità davanti! Dobbiamo tirar via le fette di
salame dagli occhi, buttarci e volerlo. La curiosità è tutto.
Svegliarsi con un nuovo tattoo fatto il giorno
prima e già volerne fare subito un altro è passione. Anche se pensi di non
saperlo, in fondo lo sai.
Potete contattarlo qui: denis_casella@hotmail.it
Penso che Denis non è stato “fortunato”.
Semplicemente non si è fermato davanti al solito pensare negativo che ci blocca
in partenza. È stato semplice con se stesso: mi piace, lo faccio.
Senza troppi ma e se...si è buttato, non senza
la paura che possa cambiare tutto, ma con la certezza della sua passione.
-Lou-



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