lunedì 14 aprile 2014

IL TEMPO DEL VIVERE

Quando ho iniziato a domandarmi quale fosse realmente lo scopo della mia vita, una delle prime reazioni è stata quella di cercare suggerimenti su internet. E’ stato interessante scoprire test d’aiuto con un modus operandi comune: partire dalla fine delle nostre vite, ad esempio dal nostro funerale. Effettivamente non ci domandiamo quasi mai come vorremmo ricordare il nostro vissuto alla fine di tutto, cosa vorremmo aver lasciato agli altri, ricordi, doni, avventure…oppure dove vorremmo essere, con quali emozioni alle spalle, con quali persone affianco.

Siamo talmente pieni di stimoli attorno che ci ritroviamo a perdere il senso stesso del tempo che scorre.. specialmente se ci ritroviamo trascinati da una corrente casuale. Così, quando si inizia ad aprire gli occhi sul presente, ci si chiede se non si abbia già perso un sacco di tempo cercando di rimanere a galla, tempo che si sarebbe dovuto usare per spingersi verso un “giusto flusso” di cui solo ora ne si capisce il senso.  Quando viaggi con la mente a ritroso, dalla fine all’inizio ti sembra di avere ancora un sacco da fare e da dire, di una qualità migliore, più a fuoco!

Forse è semplicemente il capire in quale direzione iniziare a camminare che fa in modo che ci si tranquillizzi, e questo è abbastanza da rendere ogni passo successivo più oculato. Guardando ai periodi di maggiore annebbiamento, ricordo che una delle “abitudini-sgambetto” peggiori era il procrastinare: dote di chi non sa dove andare e peggior nemico del chiarirsi le idee.

Ho ricordato piacevolmente una lezione prova di Biodanza alla quale avevo partecipato: tema della serata era La Ruota Medicina dei nativi americani. Tra i mille significati collegati è interessante la loro visione del tempo ciclica, e non lineare come è solito considerare. Il tempo è suddiviso in più cicli che si susseguono, nascono e muoiono progressivamente. In ognuno di questi si incontrano 4 fasi ben distinte: NASCITA, INTROSPEZIONE E CAMBIAMENTO, CONOSCENZA e infine ILLUMINAZIONE.


Quando troviamo nuovi entusiasmi ed avventure dai quali ripartire ed accrescere noi stessi, solo dopo aver compreso e fatto nostro il cammino, possiamo avere una visione “illuminata” che ci porterà a morire per ricominciare verso il nuovo, un nuovo ancora più vicino alle nostre necessità, ai nostri scopi primordiali. Ed è così che, se blocchiamo questo percorso, se nulla si muove, non possiamo pensare di arrivare a visualizzare il nuovo, più potente e vero.

Collego questo pensiero al rimandare, o al non far nulla per muoverci. Certi spunti negativi o positivi che siano ci inseguono! La prima modifica che ho applicato alla mia ricerca è stata, appunto, quella di riorganizzare il mio tempo mentale, e di stimolarmi sempre al fare. In fin dei conti questo nostro tempo scorre senza permetterci nessun time-out: conviene decidere in cosa possiamo perderci! Dunque pensiamo alla fine (ogni volta che ci capita!) e usiamola come inizio per rimanere sempre in moto verso noi stessi…..scegliamo il tempo del nostro vivere per noi!

-Lou-

2 commenti:

  1. Condivido, ma in che senso "pensiamo alla fine e usiamola come inizio per rimanere sempre in moto verso noi stessi"? A mio parere solo attraverso l`aumentata CONSAPEVOLEZZA del se' interiore si può raggiungere uno stato di pienezza che ci permettere di agire al meglio, anche a livello temporale...

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    1. Ciao Rob! Proprio come hai scritto, la consapevolezza è il fondamento e la visione a ritroso dalla fine può diventare uno strumento in più, o almeno per me lo è stato! Grazie per il tuo commento :D -Lou-

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