venerdì 20 giugno 2014

L'INQUIETUDINE DEL FARE: NUOVO STATUS SOCIALE



Ti è mai capitato di sentirti pieno d’impegni e, con ansia, trovarti a elencare nella tua testa quello che dovrai fare per il resto della giornata? 
Ho letto un articolo di Hanna Rosin che affronta il tema del tempo partendo da una riflessione sul nuovo libro della giornalista Brigid Schulte “Overwhelmed: Work, Love, and Play When No One Has the Time” e ne sono rimasta molto colpita (link articolo). Così tanto da iniziare, lentamente, a provare a rivoluzionare il mio modo di pensare e di parlare! La Shulte analizza, attraverso il linguaggio che si usa nella vita di tutti i giorni, la percezione del tempo al giorno d’oggi.

La cosa che più mi ha fatto riflettere è che sembra che l’essere molto impegnati rappresenti oggi uno status, una specie di prova che stiamo conducendo una vita piena e di successo: siamo proprio sicuri che sia così? Forse abbiamo paura di avere del tempo libero? Forse abbiamo paura di riflettere su cosa stiamo facendo della nostra vita e se è ciò che vogliamo veramente? 
La Shulte parla anche di un sociologo, John Robinson, che ha studiato la percezione del tempo attraverso l’analisi delle agende personali di molti americani e sostiene che, in realtà, non siamo poi così impegnati come crediamo! 



Consiglia di verificarlo scrivendo ciò che facciamo tutti i giorni: ci renderemo conto di quante ore libere abbiamo, che trascorriamo facendo esercizio, guardando la televisione, chiacchierando al telefono con un amico o guardando facebook. Sostiene che il continuare a rimurginare sugli impegni non fa altro che aumentare lo stress: il suo consiglio è di fare le cose, semplicemente, una dopo l’altra. In effetti, dopo aver provato a mettere in pratica questi consigli, devo ammettere che mi sono resa conto che lo stress e l’ansia sono spesso causati più dal continuare a pensare e progettare gli impegni che al farli semplicemente.

Ho deciso quindi di iniziare a modificare anche il mio linguaggio evitando di cadere in espressioni come: “oddio! sono troppo occupata, non ho tempo!”, infatti, proprio l’utilizzo di questo tipo di espressioni mi porta a elencare mentalmente tutto il da farsi previsto nell’arco della giornata e nell’arco delle giornate successive: e riecco l’ ansia! 
Un altro aspetto utile per gestire meglio il tempo e non sentirsi schiavi dei propri impegni è sicuramente l’imparare a dire di no! Spesso, infatti, ci troviamo a fare qualcosa solo perché abbiamo promesso a qualcuno di farla pensando che tanto ci sarebbero voluti solo dieci minuti, oppure perché è quello che ci si aspetta da noi perché l’abbiamo sempre fatto. 


Detto ciò, per rivalutare quali impegni mantenere e quali, invece, rifiutare è essenziale capire quali sono i nostri obiettivi, i nostri valori e i nostri limiti! Una volta che abbiamo chiarito meglio questi punti, probabilmente ci troveremo a fare i conti con la paura che dire di no ci renda delle persone meno piacevoli. Se però avremo il coraggio di affrontare questa paura scopriremo che nella maggioranza dei casi non è così! Certo è importante farlo nella maniera giusta, senza tergiversare troppo o accampando scuse improbabili ma spiegando sinceramente il motivo del rifiuto. 


La maggior parte delle volte verremo capiti e, se proprio dovesse succedere il contrario, chiediamoci il perché: forse non ha capito bene le nostre ragioni? Forse è troppo egoista? O forse dovremmo rivalutare i nostri obiettivi e valori perché siamo noi a essere diventati troppo egoisti? 
Insomma bisogna trovare un proprio equilibrio provando e riprovando e ricordandosi sempre che ogni volta che diciamo di sì a qualcosa, di fatto, stiamo dicendo di no a qualcos’altro! 
Vorrei concludere con una citazione/consiglio utile per evitare di perdersi continuamente nei meandri della nostra mente… pensando troppo al passato o al futuro, progettando a volte senza un nostro vero criterio, ci dimentichiamo la cosa fondamentale: assaporare la vita nel presente, unico momento effettivamente reale e, quindi, unica occasione per essere felici e per costruire qualcosa realmente al nostro crescere. 

Bere il tè lentamente e con riverenza, come se fosse l'asse su cui il mondo gira, lentamente, in modo uniforme, senza fretta verso il futuro. 
Vivere il momento effettivo. 
Solo in questo momento è vita.
 Thich Nat Hahn

-Mice- 

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