martedì 27 maggio 2014

CURARE CORPO E MENTE COME UNA SOLA COSA: MEDICINA INTEGRATA.

Conosco Simone, terapista della riabilitazione (e non solo), da tempo, e di lui ho sempre avuto un ricordo chiaro: un uomo in continuo esercizio fisico e di una calma straordinaria. Sono proprio le due caratteristiche del suo progetto di medicina integrata di cui abbiamo parlato davanti ad un caffè...sapete cos è?

Innanzi tutto, cosa si intende per medicina integrata?
Parliamo della cura della persona a tutto tondo, senza soffermarci solo sul disturbo che presenta ma valutando anche aspetti psicologici, sociali e la qualità della vita della persona, per la forte convinzione che siamo fatti di corpo-mente-spirito.Questo approccio ci porta a valutare la cura fisica come ad un singolo passo dentro ad un mondo pieno di sfaccettature, quindi a pensare all'individuo in modo globale, più similmente alla cultura orientale.

Come ti sei avvicinato a questa visione più orientale della medicina?
Durante le scuole superiori, nonostante seguissi il corso di perito aziendale, ho iniziato a osservare il mondo intorno e ad interessarmi alle pratiche orientali. Mi capitava di cogliere sempre di più una sorta di richiamo continuo a queste metodologie e così cresceva anche in me una curiosità che andavo a colmare. Devo dire che l'aiuto più grande è stato dato soprattutto dalle persone che dietro ad un pranzo, con due chiacchiere, hanno acceso la curiosità: così essendo loro già è in quel mondo, tu ti avvicini a tua volta frequentandoli. Da li è iniziata poi una strada di conoscenza personale, tramite letture e corsi.


Con quale corso hai iniziato la tua formazione?
Durante una pausa di riflessione dagli studi universitari di economia (avevo percepito che non era la mia strada) ho iniziato a seguire un corso triennale di Shiatsu e di medicina tradizionale cinese. Li ho avuto la fortuna di conoscere un medico bravissimo, Umberto Mosca, che mi ha aperto a tutto questo mondo, e con cui sono tutt'oggi in continuo contatto, insieme a molti altri miei colleghi del corso (e percorso): si è formato un bel gruppo in cui ora ci aggiorniamo e supportiamo a vicenda. Devo dire, però, che seguire un corso del genere a vent'anni risulta sempre un po' problematico per l'età delicata: questo corso mi ha aiutato anche a superare le mie difficoltà personali grazie allo Qi Gong, alla meditazione e al percorso interiore.

É stata una grande difficoltà?
No, difficoltà è troppo! È la cosa bella! È come nel Tai Chi: magari ti rendi conto che sulla gamba destra vai meno, e sulla gamba sinistra vai di più; è un aumento della consapevolezza, che ti porta anche a determinare i punti dove poter migliorare. Diversamente dai classici studi universitari c'è molta più introspettiva.

Dopo questo corso ti sei talmente appassionato da decidere di cambiare percorso di studi, giusto?
La formazione di questo corso triennale era molto ampia (c'era una parte osteopatica, una fisioterapica , una di medicina tradizionale cinese, una di bioenergetica) ma ho deciso comunque di iniziare in università il corso di Terapia Occupazionale. Adesso sto studiando per la mia seconda laurea, Osteopatia, che era da sempre il mio vero obiettivo.

In Italia come vengono viste queste tipologie di medicine?
Queste tipologie di medicine non sono riconosciute purtroppo…nonostante il grosso impegno che richiedono, e il grosso valore per chi le studia.  L'osteopatia in particolare non è stata ancora approvata dal sistema sanitario italiano; ci sono continue diatribe, anche burocratiche, al riguardo. Sicuramente una delle difficoltà maggiori trovate nel mio percorso.


Questa difficoltà non ti ha spinto a viaggiare, magari in Cina?
La Cina rimane un'idea valida per me per studiare ciò che riguarda le ginnastiche (es. Tai Chi e Qi Gong). La medicina tradizionale cinese, invece, richiederebbe di praticare l'agopuntura, che però in Italia può essere eseguita solo da medici...sicuramente se cambiasse la legge sarebbe una delle mie future aspirazioni. Devo dire che ancora una volta le persone giocano un ruolo importante, in quanto si è instaurato un clima con alcuni dei miei colleghi di corso, come accennavo prima, molto unito, ed ognuno porta i proprio tasselli acquisiti dai vari viaggi personali,da condividere col gruppo: strade diverse in continuo intrecciamento. In generale la voglia di viaggiare c'è, ma prima voglio terminare il percorso che ho intrapreso...poi si vedrà! Anche perché il vero senso del mio percorso non ha una meta delineata, la considero più l'integrare due aspetti: osteopatia e ginnastica classica, con la medicina tradizionale cinese e qi gong.

Abbiamo già parlato delle difficoltà burocratiche del nostro paese; quali sono altre difficoltà del tuo percorso?
Sicuramente far fronte al periodo economico che stiamo vivendo: tendenzialmente questi corsi si svolgono in scuole private il cui costo può essere sostanzioso rapportato all'attuale periodo storico critico...ne si sente l'influenza anche nel lavoro di per sé, in quanto la clientela si vede costretta a rinunciare ad un incontro in più per mancanza di denari. Purtroppo manca una formazione mentale che permetta di considerare una cura integrata a pari importanza di una singola medicina prescritta: c'è una cultura scarsa, una scarsa attenzione, al corpo e alla cura come abitudine.

Cosa ne pensi della medicina classica?
Non essendo medico sono prudente nel parlarne.. ma sono convinto che la medicina classica sia fondamentale per salvare la vita: per esempio dopo un incidente grave non si può pensare di salvare una persona con della ginnastica o agopuntura! Però anche le medicine dette alternative sono di grande aiuto curando la qualità della vita, portando il focus non sulla malattia ma sulla salute. Per esempio il dolore in molti casi non è altro che la luce rossa del cruscotto che ci dice che siamo in riserva: noi possiamo spegnerla con un antidolorifico, oppure andare a scoprire perché si è accesa e lavorare sulla causa effettiva.

Ci parli un po' del tuo studio medico?
In questo studio collaboro da un anno con un caro amico del corso di Shiatsu, anche lui specializzato in più campi: essendo medico pratica l'agopuntura, oltre ad essere psicologo ed omo-tossicologo. Nella visione integrata che ci accomuna, capita di riscontrarmi con questioni di pertinenza medica e quindi la sua collaborazione è preziosa. Io tratto più l'aspetto corporeo, fisico con terapie manuali, ginnastica e il Qi Gong, ricordando sempre il quadro generale della persona. Preciso però che i nostri lavori sono collegati in quell'unica ottica di cui parlavamo, della totalità dell'individuo.


A chi dovesse intraprendere una strada simile alla tua cosa consigli?
Di ricordare sempre che la consapevolezza è la chiave di tutto, specie nel Qi Gong, che è il lavoro sul qi secondo la tradizione cinese; il lavoro su se stessi permette di lavorare sugli altri. Nella medicina tradizionale cinese si ricorda che la salute personale è anche allineata ad un equilibrio universale...chi dovesse scegliere questa strada dovrà sempre ricordare questi concetti, molto importanti.

Come capire che una nostra curiosità è poi “la strada” giusta?
Secondo me la chiave è il sentirsi bene quando si fa qualcosa. Anche nelle cose difficili, quando le affronti senti che stai bene, che c'è un accenno di sapore che ti fa venir fame di assaggiare e continuare. È lo stare bene che non fa guardare altro che il bene stesso: tutto è adesso perché sto bene. E più si va avanti, più la connessione è viva e da piacere.

Simone ha uno studio di medicina integrata centrata sulla persona a Milano, potete contattarlo qui: simo.lagrasta@gmail.com

Credo vivamente che il suo sia un esempio di Vita straordinaria trovata con la fatica di una ricerca introspettiva che però, camminando, riesce sempre a premiarti. Finisco questa intervista con l'idea che dovremmo ricordarci più spesso di curare mente e corpo, non solo alla stretta necessità...dovrebbe essere un rito molto più spontaneo e costante, che sicuramente ci aiuterebbe a percepire di più le nostre verità, fisiche e/o spirituali che siano.  
 -Lou-

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